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* le tracce GPX sono sviluppate a livello amatoriale e non sono testate.
Le popolazioni Walser colonizzarono l'Ossola giungendo dal Canton Vallese ed insediandosi anche ad Ornavasso. Queste popolazioni hanno lasciato i segni della propria cultura nella valle, punteggiandola di alpeggi che ancora oggi nascondono nei loro nomi le tradizioni e i significati che vi furono attribuiti.
L'itinerario ha inizio dal Santuario della Madonna del Boden ("terreno pianeggiante" in lingua Walser). Il Santuario, secondo la leggenda, fu edificato nel 1530 in seguito ad un evento miracoloso accaduto ad una pastorella che, cercando il bestiame smarrito durante la notte, si salvò da un precipizio grazie ad una luce miracolosa che l'accompagnò fino al ritorno a casa.
Il percorso procede poi nei densi boschi di castagni e faggi, attraversando e scoprendo gli antichi alpeggi Walser:
l'Alpe Faramboda ("piano delle felci");
l'Alpe Ulmeini ("terreno della comunità"), un alpeggio signorile che gode di un'ampia vista sui Corni di Nibbio della Val Grande. Una breve deviazione porta verso il punto panoramico, da cui la vista si apre sulla piana del Toce, i laghi Mergozzo e Maggiore, il Montorfano e il lago d'Orta;
l'Alpe Breitavon ("largo pendio");
l'Alpe Lisangorto ("giardino bianco") in cui, secondo una leggenda, due giovani sposi erano spesso visti scendere a valle con pesanti scivere. Quando una vicina vide alcune monete d'oro nella casa degli sposi, gli abitanti dedussero l'esistenza di una miniera d'oro nei paraggi, scoperta dai due ragazzi. La voce si spanse rapidamente e i giovani fuggirono dall'Alpe, alimentando ulteriormente la credenza che la miniera esistesse davvero;
l'Alpe Steit ("pietra");
l'Alpe Sarledi ("luogo di carico").