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* le tracce GPX sono sviluppate a livello amatoriale e non sono testate.
L’itinerario attraversa le storiche dighe e le antiche neviere sui Monti Liguri che da sempre hanno rappresentato la riserva idrica per la città di Genova.
L’itinerario ad anello si sviluppa lungo il sentiero naturalistico dei Laghi del Gorzente, realizzato a cura dei volontari del CAI di Bolzaneto, a cavallo tra Piemonte e Liguria, lungo la catena degli appennini Liguri, nel gruppo di Voltri.
I laghi del Gorzente sono 3 laghi artificiali costruiti a partire dal 1883 con lo scopo di alimentare gli acquedotti di Genova. Il percorso porta a due laghi: il lago Lungo e il lago Bruno, quest’ultimo prende il nome dal suo progettista e ideatore, l’ingegnere Niccolò Bruno, come testimonia l’effigie monumentale che ricorda le sue opere.
L'escursione attraversa inoltre l’anello delle sette neviere: grandi incavi artificiali con pareti in pietra che, fino all’800, erano utilizzate per conservare la neve. Il nevieraio (giassin nel dialetto locale) preparava il fondo della neviera con foglie e rametti e, all’arrivo della prima nevicata, costipava la neve il più possibile. A fine stagione la neviera veniva protetta con un tetto di paglia a forma di pagoda. La neve, ormai ghiacciata, era poi trasportata di notte verso la città dove veniva venduta per conservare il pesce sulle barche, per curare febbri e contusioni, ma anche per preparare gelati e sorbetti!
Le neviere hanno rappresentato per secoli un importante sostentamento per la città di Genova, tanto che il commercio del ghiaccio era soggetto a monopolio governativo.
L’itinerario ha inizio da Prou Renè, attraversa le caratteristiche torbiere, passa dalla Pietra del Grano un tempo luogo di importanti scambi commerciali, dal Sacrario dei martiri di Passo Mezzano, raggiunge poi l’Osservatorio Naturalistico Laghi del Gorzente al Bric di Guana “Damiano Barabino” posto lungo l’Alta via dei Monti Liguri – tappa 23 Sterrata dei Laghi.
Il percorso passa inoltre nei pressi del Limite della tavola bronzea di Polcevera del 177 a.c., si tratta di una lamina di bronzo sulla quale è incisa, in latino, una sentenza di due magistrati romani che si erano espressi sui confini e sui diritti territoriali di Genova, oggi è conservata al Museo Civico di Archeologia Ligure di Genova Pegli.