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* le tracce GPX sono sviluppate a livello amatoriale e non sono testate.
“La cascata della Toce, la più bella, la più poderosa fra le cascate delle Alpi... ha qualche cosa di solenne. Un immenso anfiteatro di rupi nere si spiega davanti all’attonito sguardo.” - Antonio Stoppani, “Il Bel Paese”, 1876.
“Ma la salita è faticosa per ascendere all’albergo: esso però è là che occhieggia dall’alto e ci attira, e par che dica: coraggio passeggero, coraggio. Qui troverai frescura e riposo… oltre che ad un piatto di eccellenti trote di Kastelsee.” - Guido Bustico “Verbania”, 1911
Queste sono alcune tra le numerose testimonianze che sono giunte fino a noi con le impressioni di coloro i quali si sono trovati dinanzi alla poderosa Cascata della Toce ed ancora oggi, giungendo ai suoi piedi, non si può che rimanere ammaliati da questo fragoroso fenomeno naturale della Val Formazza.
Questo itinerario permette di raggiungere a piedi la Cascata del Toce percorrendo parte dell’antico tracciato della Via Francisca, la via che per cinque secoli fu il collegamento tra la pianura lombarda, la Svizzera e la Francia. Dal 2002 parte di questo tracciato è tra i 12 itinerari di interesse nazionale della Svizzera e, col nome di Sbrinz Route, viene oggi ripercorsa ogni anno, indicativamente a fine agosto, da un folto gruppo di someggiatori, con un cammino di 7 tappe da Lucerna a Domodossola.
Uno dopo l’altro si susseguono i paesini Walser di Ponte, Brendo, Grovella, Canza, Sotto Frua e infine Frua dove spicca il famoso Albergo Cascata il cui progetto di ampliamento è stato curato dall’architetto Piero Portaluppi.
La Toce, dopo aver percorso la Piana di Riale e aver ceduto parte delle sue acque agli impianti idroelettrici, giunge alla Frua dove, con un salto di 143 metri, dà vita a quella che viene definita la più bella cascata d’Europa: la Cascata della Toce, Früttfall in dialetto Walser.
Le acque della Toce vengono utilizzate, da più di un secolo, a scopi idroelettrici e per questo la cascata della Toce viene “aperta” solo pochi mesi l’anno ed è sicuramente anche grazie allo scienziato ed alpinista Giorgio Spezia se oggi possiamo godere ancora dello spettacolo naturale di questa cascata. Giorgio Spezia, primo e unico ossolano presidente del Club Alpino Italiano, con il suo pamphlet “Pro Cascata del Toce” pubblicato nel 1906, si è strenuamente battuto affinchè la rendita dell’industria idroelettrica non valicasse la prosperità del nascente turismo ossolano e soprattutto non interferisse con la bellezza della “miglior scena alpestre… che attrae tanti visitatori, quale è quella della grande Cascata del Toce”. Spezia promosse un’associazione per la tutela del paesaggio e ottenne l’intangibilità della “grande Cascata del Toce”. “In Italia il Governo è rigido protettore non soltanto dei colossali avanzi ma anche dei minuti detriti delle antiche opere dei nostri antenati, e perché non potrebbe egli anche proteggere certe grandiose opere della natura come avviene presso altre nazioni?” – Giorgio Spezia “Pro Cascata del Toce”, 1906.