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* le tracce GPX sono sviluppate a livello amatoriale e non sono testate.
La via del Pane attraversa piccoli centri rurali, dalle case di pietra, immersi in paesaggi incantevoli nel comune di Calasca Castiglione, in Valle Anzasca. Si tratti di un itinerario a passo lento, alla scoperta della più autentica cultura alpina il cui filo conduttore sono gli antichi forni di comunità che servivano per la cottura del pane. Oggi questi secolari forni, in parte restaurati, sono ancora funzionanti e tengono viva la tradizione del pane di segale anche grazie alla Festa Transfrontaliera chiamata Lo Pan Ner – i pani della Alpi, che viene celebrata intorno alla metà di ottobre.
Il percorso di sviluppa lungo antiche mulattiere in un territorio terrazzato che, fino al secolo scorso, era utilizzato principalmente per la coltivazione di patate, segale, mais e castagne. La lettura dei terrazzamenti è ora falsata dall'avanzamento del bosco, ma un tempo, questo ripido versante, era stato magistralmente reso coltivabile grazie alla costruzione di numerosissimi muri a secco.
L’itinerario attraversa piccoli borghi ognuno con le sue peculiarità e caratteristiche percorrendo anche un tratto di Strà Granda, l’antica via che da Piedimulera conduce a Macugnaga. Il percorso ha inizio dalla frazione Colombetti, un borgo unico, che rappresenta l’esempio dell’Ossola in pietra, con le sue case a loggia e archi. Si attraversa Uria, Selvavecchia con i suoi terrazzamenti, Vilasco col suo forno e il mulin dul Gabriel, Cresta che un tempo contava così tanti abitanti che vi erano ben 4 forni, Drocala, un tempo importante degagna, col suo cimitero pagano recintato da muri a secco, Cà Bison di cui oggi restano solo dei ruderi, Ielmala col suo forno ancora funzionante, Crotto, Porcareccia, Pecciola e Castiglione dove una lapide ricorda il martirio di Don Giuseppe Rossi ucciso dai fascisti a Colombetti.