Il villaggio di Salecchio, Saley in lingua walser, era costituito dai due centri principali di Salecchio Superiore (am obru Barg) e Salecchio Inferiore (ufem undru Barg), e dai piccoli gruppi di case di Morando (Murant) e Case Francoli (Frankohus), questa distribuzione rispecchia quelle delle colonie agricole di origine tedesca. L’abitato sorge su un terrazzo soleggiato, a strapiombo sulla Valle Antigorio, dal quale si gode di un ampio panorama verso la piana dell’Ossola e verso il massiccio dietro al quale sorge Bosco Gurin, un paese di fondazione walser, l’unico di lingua tedesca nel Canton Ticino.
La popolazione di Salecchio, come quella di Agaro, non si trovava su una via di passaggio come invece era l’abitato di Formazza, pertanto viveva per lo più segregata dal mondo, basando la propria economia sulla più assoluta autosufficienza, vivendo di pastorizia e coltivando la terra a segale, orzo, patate, lino e canapa. Ogni angolo di terra doveva essere sfruttato al massimo, concetto visibile chiaramente, ad esempio, nelle ridotte dimensioni del cimitero. Basti pensare che anche Salecchio, come ogni villaggio walser, riusciva a produrre a sufficienza per sfamare un limitato numero di persone (a Salecchio si contano poco più di un centinaio di abitanti residenti), pertanto molti walser si ritrovarono a emigrare.
I Salecchiesi avevano così pochi scambi con gli altri centri abitati che, l’isolamento nel quale vissero per 700 anni li portò a mantenere intatti non solo la lingua ma anche metodi di lavoro e usanze vecchi di secoli. Ne è un esempio il metodo della misurazione del tempo che rimase invariato fino alla Prima guerra mondiale: a Salecchio quando si faceva notte il sagrestano suonava le campane e tutti regolavano gli orologi sulle ore 12:00, significava che da quel momento iniziavano le ore della notte. Ma il momento in cui suonavano le ore 12:00 non era uguale durante l’anno, in inverno probabilmente le ore 12:00 suonavano alle 5 del pomeriggio, mentre in estate molto più tardi!
Prima degli anni ’70, ovvero prima della crescente attività estrattiva che caratterizza tutt’oggi il territorio della Valle Antigorio, per raggiungere Salecchio si percorreva una mulattiera selciata che aveva inizio da Passo. Oggi della mulattiera restano solo pochi tratti, la maggior parte di essa ha lasciato posto ad una strada jeeppabile che arriva all’abitato di Salecchio Inferiore (non liberamente accessibile in quanto chiusa da una sbarra).
L’itinerario ha inizio dalla frazione Passo e ripercorre i tratti ancora esistenti della vecchia mulattiera, in alternativa è possibile seguire la strada jeeppabile, passando attraverso una breve galleria (si consiglia di munirsi di torcia). Arrivati all’abitato di Salecchio Inferiore si prosegue nel bosco verso Salecchio Superiore dove si trova il rifugio Zum Gora.
Guarda l'itinerario per raggiungere Case Francoli e l'Alpe Vova.