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L’itinerario si sviluppa sulle pendici del Monte Cargiago affacciate sul lago Maggiore e attraversa una vasta porzione boscata in cui si possono notare differenti tipologie di vegetazione: è presente il bosco di quercia e castagno semi-naturale, aree aperte in cui si trovano felci e boschi da rimboschimento artificiale caratterizzati dalla presenza di pino strobo e pino silvestre.
L’itinerario segue, in parte, il percorso archeologico “I segni sulla pietra”, passando dai resti di una diga del ’35 voluta da Pietro Ceretti per fornire energia elettrica ai suoi alberghi di Pallanza e raggiunge il Laghetto delle Streghe, stagno stagionale di modeste dimensioni.
Sulle alture del Monte Cargiago sono presenti numerosi massi erratici e numerosi massi coppellati. Le coppelle sono incisioni di forma emisferica praticate, su massi erratici o rocce emergenti, tra i 2000 e i 4500 anni fa. Il loro significato è tutt’oggi solo ipotizzabile e in questo caso lo si può legare al toponimo “Carciago” che in lingua celtica potrebbe accumunarsi al significato di “proteggere”. Queste alture erano legate ad uno sfruttamento silvo-pastorale e pertanto le coppelle potrebbero essere dedicate alla divinità che protegge il bestiame.
Non è un caso che proprio sulle pendici di questo monte, così ricco di testimonianze pagane, sia stato costruito un Sacro Monte. Nel periodo della Controriforma, la Chiesa, specialmente nella figura del vescovo controriformista Carlo Borromeo, decise di mettere in atto una vera e propria propaganda di fede realizzando dei percorsi devozionali in quelle aree in cui vi erano ancora tracce di eretici e per contrastare la presenza luterana. Si realizzano così, tra il ‘500 e il ‘700, una serie di complessi collocati su alture in ambienti prettamente naturali e raggiungibili tramite un breve pellegrinaggio che, attraverso una serie di cappelle, conduce al culmine del percorso, in uno straordinario connubio tra arte, architettura e natura.
Ogni Sacro Monte racconta una tematica, quello di Ghiffa rappresenta la Santissima Trinità ed è oggi inserito nella Riserva Speciale del Sacro Monte della SS. Trinità di Ghiffa, Patrimonio dell’umanità UNESCO.
Attenzione: nel tratto Pollino – Nuvia il sentiero è poco segnalato e restano visibili pochissime tracce a causa di foglie e piante cadute, si consiglia di consultare la traccia gpx.