Gli orridi di Uriezzo sono lo spettacolare e scultoreo risultato dell’erosione delle acque che hanno percorso la Valle Antigorio in seguito all’ultima delle quattro glaciazioni delle Alpi: la Glaciazione Wurmiana, avvenuta migliaia di anni fa quando il ghiacciaio del Toce aveva uno spessore che superava i 1000mt.
Lo scioglimento del ghiacciaio ha dato vita a numerosi torrenti che, scorrendo impetuosi, hanno generato vigorose cascate in grado di scolpire la roccia con il loro moto vorticoso ed energico. La portata del Toce è man mano diminuita lasciando visibili queste profonde gole scavate nella roccia, denominate “orridi”.
Gli orridi di Uriezzo sono oggi visitabili in quanto non sono più attraversanti dalle acque, mentre invece l’orrido di Arvèra è ancora attivo e percorso dalle acque del Toce, il quale, dopo aver attraversato l’Orrido di Balmasurda, visibile dal ponte di Balmacorda, si immette nella piana di Verampio.
L’itinerario porta alla scoperta dell’orrido Sud e dell’orrido Nord-Est, e conduce a Maiesso dove si trovano le spettacolari e suggestive Marmitte dei Giganti: qui le acque di scioglimento dell’antico ghiaccio del Toce si sono riunite formando correnti e vortici che hanno scavato la roccia fino a erodere e rendere visibile lo strato più profondo detto “Elemento 0”.
Da qui ha inizio l’antica mulattiera che sale al piccolo paese di Crego, noto per il suo oratorio costruito su un dosso roccioso dal “prete scalpellino”, Don Dresco. Il prete, con l’aiuto di alcuni parrocchiani, ha realizzato in più di 20 anni un’incredibile architettura utilizzando la pietra locale: il serizzo o "gneiss Antigorio".