“…all’ultima curva si diparte presso una cappelletta il sentiero per Antillone (o Altillone), Boneiga (in lingua Walser), che s’adagia all’ombra d’un santuarietto dedicato alla Visitazione di Maria su un breve pianoro glaciale, dove sonnecchiano al fondo d’un avvallamento le acque opache d’un laghetto, che prima dei lavori idroelettrici era terso e azzurro come gli occhi delle ragazze di Formazza e cullava sul suo specchio molli fiori di ninfee oggi scomparse” (Dal libro “I Walser” di Renzo Mortarotti).
È proprio questo il panorama dal quale ha inizio l’itinerario che ripercorre le tracce del popolo Walser. Lungo questo sentiero, immerso al fresco di un maestoso bosco, i salecchiesi mantenevano stretti legami con la colonia Walser di Formazza. Ad Antillone, inoltre, sia i Walser di Salecchio sia i Walser di Agaro, erano soliti andare in processione verso la chiesetta per invocare il tempo propizio alle coltivazioni. La leggenda giunta fino a noi narra che la chiesetta dedicata alla Visitazione di Maria fu fatta costruire in seguito ad un miracolo: la zia di Elisabetta guarì subito dopo che ella vide apparire la Madonna tra le acque del lago di Antillone e proprio lì, Elisabetta, fece piantare un croce e dal quel momento in tutto il lago sbocciarono magnifiche ninfee dai fiori bianchi.
Il sentiero si muove a mezzacosta seguendo l’andamento sinuoso del versante montano fino a intersecare la strada jeppabile che da Chioso di Premia sale all’Alpe Vova, passando per i piccoli nuclei di Sant’Antonio con il suo oratorio e Torp. L’itinerario prosegue verso Case Francoli con la sua fornace di calce e raggiunge il fiorito abitato di Salecchio Superiore.