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L’enorme pietra poggiata sulle morbide colline del Vergante ha da sempre suscitato grande interesse, tanto che i Celti ne hanno inciso la superficie con delle croci ed una leggenda racconta, inoltre, che sul masso è presente l’impronta del sedere del Diavolo che ogni tanto veniva a sedersi proprio sul Sass Priatecia, che così prese anche il nome di Sasso del Diavolo.
L’itinerario ha inizio dal centro di Colazza, percorre il sentiero che da località La Rana, costeggiando il torrente Terzago, arriva ai margini dell’abitato di Tapigliano e risale il versante della Motta dell’Arbujera dove è presente una croce di pietra dalla quale è possibile ammirare il Lago Maggiore e, in lontananza, la Rocca di Angera.
Il Sasso del Diavolo è un masso di serizzo alto circa 3,5mt che ha purtroppo subito, negli anni passati, diverse asportazioni di materiale. Queste enormi pietre hanno da sempre suscitato molta curiosità: il loro essere solitari, maestosi e insoliti ha prodotto una grande quantità di miti e leggende per spiegarne l’origine. Solo alla fine del 1800 i geologi riuscirono a provare che l’origine di questi massi era data dai ghiacciai che, ritirandosi, lasciavano su queste colline i sedimenti più pesanti. Il CAI ne riconobbe fin da subito l’importanza storica e scientifica tanto da istituire il Comitato Glaciologico Italiano allo scopo di promuovere la ricerca sui ghiacciai alpini. Dal 1922 questi enormi massi erratici sono tutelati quali beni ambientali da salvaguardare.
Segui gli itinerari che portano alla scoperta dei massi erratici:
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