L’itinerario porta alla scoperta del comune di Trontano e della caratteristica frazione di Verigo, lungo un percorso accompagnato e attraversato dalla Ferrovia Vigezzina – Centovallina. Passando vicino alle stazioni di Trontano e Verigo.
A Trontano, sulla cima di uno sperone roccioso, si erge il campanile, visibile da ogni punto del capoluogo. Sotto al campanile si trova la Casa-Museo della lana che reca sulla sua faccia la scritta “Vila d’la lana di feman d’la Valgranda” (Casa della lana delle donne della Val Grande). Da qui è ben visibile il “castello” medievale di Trontano che spicca dal nucleo abitato.
Tra Trontano e Verigo, lungo il rio Graglia, si trovano sei mulini perfettamente conservati e occasionalmente visitabili. I mulini sono disposti in serie lungo il corso d’acqua e vennero utilizzati, fino al secondo dopoguerra, per la macinazione dei cereali. I mulini, come i forni e i lavatoi, rappresentavano un servizio essenziale per l’intera comunità, in quanto capaci di garantirne l’indipendenza economica.
Questi mulini macinavano principalmente la segale, un cereale resistente al freddo e quindi adatto ad essere coltivato in questi luoghi. A luglio avveniva la mietitura della segale col tipico falcetto detto “meula”, seguivano poi la trebbiatura e la vagliatura a mano o con ingegnose macchine appositamente costruite.
Con la farina ottenuta dai mulini si realizzava principalmente il pane, che ogni famiglia poi portava a cuocere al forno a legna comune. A Trontano le donne preparavano anche un dolce povero, aggiungendo all’impasto del pane le mele, le noci, lo zucchero ed il burro, questo alimento è chiamato “credenzin”.